XI, 450, 3, 51
Una disfatta! Quanto mi fa male pronunciare questa parola! Disfatta. Ha il profumo amaro della sconfitta sul campo di battaglia. Affolla i miei pensieri e mi tormenta. In questi giorni in cui mi trovo in un letto, cercando di pianificare la prossima mossa, ma soprattutto cercando di recuperare le forze, sono tormentato dalla disfatta. Siamo stati battuti. Sono stato sconfitto. Avevo pianificato con cura, tutto, o almeno così pensavo. Avevo verificato di prima mano le informazioni dei nostri scout. Il punto in cui sbucava, con molta probabilità, uno dei vecchi tunnel usati dal ratto che si faceva chiamare Skreet, era esatto. Il sopralluogo del terreno era stato portato a termine con molta accuratezza e l’attacco su due fronti si rivelò come l’ottimale. Quando le schiere di quei ratti uscirono dal terreno noi eravamo pronti ad attenderli. Schierati e motivati. Sapevamo cosa avremmo combattutto! Eravamo pronti. Pronti, ma non preparati a quell’orripilante creatura. Un abominio del pozzo infernale. Tenuto segreto fino all’ultimo, saltò fuori come dal nulla, nonostante la sua mole, ed iniziò a seminare morte tra le nostre fila. Ho dovuto ordinare la ritirata, non c’era altro da fare. Al momento ho fatto ripiegare le forze nei pressi della vecchia torre. Dalle informazioni degli scout sembra che gli skaven siano avanzati velocemente nella foresta alle spalle dell’approdo di Ishtar, per raggiungere la vecchia torre ed instaurare lì una testa di ponte. Non so cosa vomiterà il terreno, durante il prossimo scontro, ma per la fede in Asuryan, non ho alcuna intenzione di lasciar avanzare oltre quei ratti del caos. Se decideranno di permanere ancora qualche tempo presso la torre, li attaccherò con velocità e forza. Intanto un informatore è partito per l’Avamposto di Yor, per avvisarli di quanto accaduto, per richiedere rinforzi e per usare il loro sistema di torrette e braceri per far giungere notizie anche alla guarnigione del Tempio della Fiamma.
Carydyan Fiammacangiante