Queer Schienargento era seduto sulla sua portantina di legno e stracci, decorata con le teste mozzate degli innumerevoli Nani che aveva ucciso personalmente nell’assalto alle ultime dieci roccaforti, con la testa appoggiata mollemente a una zampa; erano ormai ore che i suoi comandanti disquisivano su come, quando, dove e perché avanzare nei tunnel di quei barbuti esseri e la soluzione era ben lungi dall’essere vicina: come se non bastasse, una sfilza di altri attendenti se ne stava in disparte decisa a ricevere udienza.
Essere l’ultimo leader guerriero del proprio clan, in quei tempi, non era proprio una passeggiata.
Senza più ascoltare i ratti pesantemente armati che armeggiavano sulla mappa di pelle nanica distesa sul pavimento, Queer rivolse la propria attenzione alla sfilza di diplomatici e informatori, puntando i propri neri occhietti indagatori su uno in particolare, un ratto curvo e di bassa statura coperto completamente da una tunica nero-grigiastra; era un Ratto Notturno, sembrava ovvio… ma non uno di quelli che lui solitamente impiegava nel proprio esercito.
Incuriosito, latrò ai propri comandanti di prendere una decisione definitiva al più presto, ma di lasciare immediatamente la sala (com’è ovvio minacciandoli di morte lenta e dolorosa se vi avessero rimesso piede in giornata), quindi fece cenno al Ratto Notturno di avvicinarsi. Questi, superando la lunga coda di attendenti senza curarsi dei loro sguardi maligni, giunse ai piedi della portantina: << Mio signore Queer Schienargento , tuo fratello minore, il Veggente Grigio Thrik Schienargento, mi ha incaricato di portarti questo messaggio con estrema urgenza. >>
Queer si sporse verso il ratto incappucciato, strappandogli di mano con un solo gesto la pergamena che aveva appena tirato fuori dalla sua ampia veste. Come sempre, il solo sentir pronunciare il nome del fratello maggiore, lo faceva cadere preda dell’ira: e come avrebbe potuto essere altrimenti, dato che la presenza di un Veggente Grigio in famiglia aveva completamente annullato i suoi diritti di leadership sul clan?
Leggere quella pergamena, però, fece scaturire dal profondo del Capoclan una risata, acuta e stridula, di puro scherno; Thirk era riuscito a recuperare la mappa dell’Isola del Sangue del Signore della Guerra Stirpediratto, e aveva tutte le intenzioni di penetrare nuovamente nell’Isola per conquistarla: un piano su cui Queer non avrebbe puntato nemmeno una scaglia di Warpietra! Ma il fatto che suo fratello, che lo odiava quasi quanto lo faceva lui reciprocamente, chiedesse il suo aiuto in un’impresa del genere significava che ne necessitava per davvero: Thrik non era certo uno che svelava i propri propositi a chi non era necessario li sapesse.
Strappando la pergamena con i propri artigli, Queer si rivolse nuovamente al Ratto Notturno. << Nel caso accettassi, il mio caro fratello quante truppe mi richiederebbe? >>. Il gobbo e misterioso topastro fece uscire dal cappuccio la punta del muso, vibrante e umida, quindi rispose: << Soltanto tu in persona, mio signore, e due grosse unità dei tuoi migliori ratti. Il Veggente Grigio ti assicura anche l’utilizzo di un potente artefatto, che in questo stesso istante sta intessendo all’interno del suo laboratorio… qualcosa che potrebbe essere molto utile contro i fragili elfi… >> .
Queer colse immediatamente il riferimento e rivolse un grande sorriso al Ratto Notturno, ordinando che le due migliori squadre di guerrieri del clan fossero preparate prima di subito a un lungo viaggio di ritorno verso Skarogna: per questa volta, avrebbe aiutato davvero il suo “amato” fratellino.
E, questo era certo, avrebbe scoperto perché si prodigava così tanto nella preparazione di quest’invasione, un’informazione che gli sarebbe valsa guadagni molto più grandi di un po’ di onore e gloria.
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